giovedì 28 ottobre 2010

# 4

Alle 4 di mattina esco dalla metropolitana. E' sempre un'esperienza ritornare a casa a notte fonda, perchè a Northern Boulevard passa un pò di tutto, anche se in maniera discreta.
Quelli che scendono poi alla mia fermata si contano sempre su una mano. A questo giro siamo due, una media precisa.
Il mio compagno di fermata ha un cappello enorme che tiene assieme, non so bene come, una montagna di rasta lunghissimi. E' un tipo alto e magro, e porta con sè una borsa di plastica colorata e piuttosto voluminosa. Sembra anche pesante.
Si ferma davanti alle scale dell'uscita. Forse vuol far passare prima qualche topo, a quest'ora se ne vedono spesso, e lui mi sembra dotato di questa sensibilità.
Passo dritto e salgo le scale, e non vedo nessun topo.

L'uscita della metropolitana è un grande incrocio che dà sul nulla.
Da una parte un megastore di abbigliamento sportivo, che ho sempre snobbato, e poi il ponte della ferrovia. Alle spalle un mc donalds aperto 24h su 24, e sopra la mia testa un grosso cavo dove da tempo ci stanno appese un paio di scarpe. Poi il semaforo, che puntalmente è rosso.

C'è un traffico discreto e io mi sento pigro, quindi decido di non giocarmi la vita nello slalom delle auto suv, caratteristiche di queste latitudini, e aspetto il bianco (il verde qui non si usa, c'è il bianco).
Mi faccio una sigaretta. Arriva il tipo con il cappello enorme e mi si avvicina chiedendomi qualcosa talmente veloce che capisco solo "Queens".
E'sempre brutto quando non capisci quello che ti dicono, ma è anche vero che a volte qua si parla a caso.
Lo guardo un attimo e gli chiedo se può ripetere. Lui sbuffa un pò, si vede che è stanco e scocciato, e sembra anche un pò preoccupato. Ma è un tipo sensibile (lo avevo già notato) e mi riformula la domanda con più lentezza. Anzi esagera anche in generosità e parla quasi a monosillabi, forse mi prende per il culo ma io non capisco e faccio finta di non capire. Sono le 4 di notte e nella sua borsa potrebbe starci anche un cadavere.

Finalmente capisco. Mi chiede se siamo nel Queens e se conosco un club che si chiama "Jamaica", dove lui deve andare a mettere i dischi (certo l'originalità ci sta tutta). Gli chiedo se conosce almeno la zona dove sta il club perchè il Queens è una bella fetta di NY e fa una cosa come due milioni e mezzo di abitanti, insomma non è proprio un quertierino. Questa notizia sembra sorprenderlo parecchio, ci resta un pò male. Mi dice che non sa altro: Jamaica al Queens, lo aspettano già da un'ora e non riesce a contattare nessuno. Mi chiede se ci sono club nelle vicinanze. Gli indico la Northern Boulverd e gli spiego che qua ci sono solo club sudamericani, come La Boom dove ci sta sempre la fila per entrare, ma non credo che lo aspettino per mettere su dischi. Altro genere.
Lui scuote la testa, parecchio sconsolato. Mi dice che arriva da una città X (non ho assolutamente capito dove ma pare lontanissima) e che non conosce per nulla NY. Che ha fatto un viaggio molto lungo, che c'ha con lui tutti i dischi e che deve trovare questo posto perchè è anche là che deve dormire.

Il semaforo è per la 4 volta rosso e non c'è nessuna soluzione al problema per il ragazzo che arriva da lontano.
Poi penso che magari deve andare nella zona del Queens chiamata Jamaica, insomma è più facile e ha più senso. Gli faccio vedere sulla cartina dove sta Jamaica, che è sulla linea di Northern Boulevard ma molto più avanti. Si rallegra, l'idea lo convince subito. In effetti non ha molta scelta. Vuole avviarsi a piedi ma gli dico che gli conviene prendere di nuovo la metro, saranno parecchi chillometri per Jamaica, insomma è il capolinea della linea F.

Ci salutiamo. Si carica sulle spalle la grande borsa piena di dischi. Poi si ferma e prova a fare un numero di telefono, senza risultato. Infine si avvia giù verso le scale, mi fa ciao ciao con la mano. E'tutto contento e va verso l'ignoto più totale.

Il semaforo è di nuovo rosso, però decido che un pò di movimento mi fa bene, prendo la rincorsa e mi lancio nello slalom notturno sull'incorcio.
Bisogna sempre un pò rischiarsela per tornare a casa.



N.BLVD
27 | 10 | 2010