mercoledì 17 novembre 2010

# 5

Per entrare nel bar devi fermarti davanti a una videocamera piazzata sopra la porta verde marino di una casa a due piani. a prima vista sembra l'entrata secondaria del garage. Non c'è nessuna insegna, nessuna luce, tranne un piccolo campanello sul muro e appunto la videocamera. in realtà non è un vero e proporio bar, me lo presentano come un circolo privato, e ci arrivo con Peter e Mike.
Hanno insistito che bisognava assolutamente venire qua, perchè qua si può fumare dentro e sono tutti amici. Siamo reduci da una cena italiana in un paese perififerico della periferia di Syracuse, a 5 ore da NYC.

La porta verde marino si apre, e io d'istinto metto la mano per vedere se ho il tabacco nella giacca. sarebbe un peccato entrare in un locale per fumatori senza l'essenziale, insomma mi sentirei parecchio a disagio.
Il posto non è grande, ha un lungo bancone, qualche tavolo, un videogioco di golf. nient'altro.
dietro il bancone bandiere americane e qualche trofeo.
Peter mi presenta come l'amico italiano, e basta questo perchè davanti a me si materializzi un bicchiere di bourbon e acqua. Mi sembra una partenza un pò rischiosa, ma ormai ho il bicchiere in mano, quindi abbozzo e mando giù.

Peter è un'italo americano di 3 generazione, ha la faccia di un siciliano e il fegato di un trentino, beve tantissimo e ovviamente io lo seguo a ruota.
Mi ha accompagnato a vedere le fabbriche dove lavoravano gli italiani 50 anni fa, posti infernali a respirare chimica. di tutto questo oggi è rimasto un grande terreno contaminato e un lago fangoso. naturalmente contaminato anche questo.
Intorno depressione e gente che cerca un modo per scappare da quella che non è più una città ricca. i più cercano lavoro al municipio, a decontaminare il lago o il prato, perchè come mi dice Peter le fabbriche qua portano sempre lavoro, anche quando non ci sono più. Per quelli più giovani ci sta l'esercito, che come le fabbriche dà sempre lavoro a tutti.

Mike è libanese, ma naturalizzato americano. Ha una maglietta dei marines con una scritta in inglese e una in arabo. è stato 6 anni nell'esercito, lavorava come interprete, e odia tutti i mussulmani. A prescindere.
Mi presenta debbie o un nome simile, non capisco bene un pò perchè il bourbon viaggia già veloce, e un pò perchè il suo inglese ha un accento molto personale.
Debbie ha una bella maglietta verde mimetica super aderente che la fa sentire ventenne anche se sta sui 40, e un sorriso interessante.
sono di nuovo presentato come l'amico italiano, e si materializza un altro bicchiere.
Debbie è molto contenta di conoscere un italiano che viene dall'italia ( mi dice proprio così), e mi presenta suo marito, di orgine calabrese ma che non sa dire nulla di italiano a parte "ciao ciao bella". poi mi chiede se è giusto dire vaculo, io la aggiorno sulle doppie e un paio di consonanti e lei tutta contenta va dal marito e glielo urla un paio di volte in faccia.
Ormai sono amico di tutti, quindi altro bourbons e acqua.

Katy è molto amica di peter, si capisce perchè stanno facendo una perfomance audace quasi sdraiati sul bancone. si alzano giusto per ordinare tre bicchieri del solito. ne ordinano tre perchè uno è in automatico per me. quindi quando arrivano le bavande si fanno le presentazioni. anche katy è stata nell'esercito per un qualche anno, poi è tornata ma vorrebbe andare via di nuovo. Con l'esercito basta. vuole aprire una rosticceria ad albany, perchè pare che da quelle parti il pollo vada via come il pane. Il suo sogno è diventare ricca, fare un sacco di soldi e poter aprire una catena di rosticcerie che abbiano il suo nome. vuole lasciare un segno nel futuro, diventare un simbolo di qualcosa, come la coca cola o il donuts. La concorrenza è agguerita da queste parti, ci sta un brand per tutto ormai. ma lei ha le idee molto chiare, e mi assicura che ce la farà. Io ovviamente le credo, e faccio si si con la testa, mentre peter le infila un dito bagnato di bourbon nell'orecchio che la fa incazzare e quasi si prendono a sberle.

Il club sta aperto tutta la notte ma sono le due e noi stiamo per andare via. salutiamo tutti, ma l'irlandese dietro al bancone ci tiene anche lui ad offrirmi da bere, quello che deve essere l'ultimo bicchiere, e non si può dire di no.
Il libanese intanto mi racconta una sua avventura di guerra in qualche zona dell'africa di cui non capisco nulla, e intanto mi regala una serie di sigari che metto in tasca a caso.

Quando usciamo dal club sono le tre di notte. peter mi chiede se va tutto bene. barcolliamo in maniera vistosa entrambi, ma cerchiamo di darci un tono.
Gli dico sì con la testa e lui mi fa segno con il pollice alzato, come se avessimo vinto una qualche battaglia.


Syracuse, NY
11 | 11 | 2010


1 commento:

  1. ahahahahhahaha!!! italiano=bourbons e acqua pensa te!!! ma sei andato con la coppola? :)

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